Breve compendio per Sinofobi e Suprematisti Occidentali vari

Questo post “sostituisce” il classico articolo del weekend visto che ci troviamo nella settimana pasquale e quindi salterà. Ne approfitto per farvi gli auguri di Buona Pasqua!

Il post che segue è un po’ diverso dal solito e prendo spunto da un commento di un lettore (che ringrazio) riguardo il mio ultimo articolo che, seppur di sfuggita, accennava a quale dovesse essere, a mio avviso, la postura internazionale dell’Italia e quindi nei confronti della Cina.

Ci tengo a precisare che non c’è nessun intento polemico contro il commento stesso, così come la mia visione può tranquillamente non essere condivisa da alcuni: io lascerò i commenti aperti facendo affidamento sulla vostra educazione. Anticipo già che personalmente non risponderò ai commenti.

Visto che gli argomenti addotti vanno molto di moda (e lo andranno sempre di più) in maniera trasversale dagli ambienti ZTL ai suprematisti occidentali vale la pena dedicargli un post a sé.

Il commento recita testualmente:

Si,cadiamo in mano a un regime autoritario,che sta rapinando Paesi emergenti,terreni e terre rare,rubare tecnologie,colpevole del COVID, sovvenzioni statali alle sue imprese,vendendo in dumping,ecc.,… può bastare?
Il puzzone si può convincere,e poi passerà,i comunisti nn cambiano mai,Sic et sempre.
E poi nn ha proprio tutti i torti:usa ci pagano sicurezza,e noi investiamo in welfare che loro nn hanno…mi fermo qui

Prima di entrare nel merito, faccio un po’ di premesse:

  1. Non sono un sinologo
  2. Lungi da me difendere un paese o regime piuttosto che un altro
  3. Stringere accordi o alleanze in qualche campo non significa “cadere in mano a qualcuno”. Questo approccio è tipico di che dà per scontato che si debba inevitabilmente sottostare a qualche egemone.

Premesso ciò, iniziamo. L’articolo sarà un po’ lungo, perciò mettetevi comodi, ma soprattutto non conterrà nessuna strategia operativa.

Depredare i paesi emergenti

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Con il terremoto Trump iniziare un buy the dip?

Negli ultimi giorni, i mercati finanziari hanno vissuto un vero e proprio terremoto, scatenato dall’annuncio dei nuovi dazi imposti da Donald Trump. Questa decisione ha avuto un impatto immediato su diverse asset class, generando volatilità e incertezza tra gli investitori. Le conseguenze economiche e finanziarie di questa mossa si stanno ancora delineando, ma le prime reazioni indicano un cambiamento significativo nello scenario globale.

Le politiche protezionistiche adottate da Trump hanno colpito duramente il commercio internazionale, penalizzando in particolare i settori manifatturiero e tecnologico. Le aziende statunitensi e internazionali, che dipendono da catene di approvvigionamento globali, si trovano ora a dover rivedere le proprie strategie operative. Il mercato azionario ha reagito con forti ribassi, con i principali indici che hanno registrato perdite consistenti a causa delle preoccupazioni per una possibile guerra commerciale su larga scala.

Anche il mercato obbligazionario ha subito scosse significative. I rendimenti sui titoli di Stato sono aumentati, riflettendo le aspettative di un possibile rialzo dell’inflazione dovuto ai costi aggiuntivi imposti dai dazi. Gli investitori si trovano ora a dover riequilibrare i propri portafogli, cercando rifugi sicuri per mitigare l’impatto dell’incertezza economica. I corporate bond, soprattutto quelli di aziende esposte al commercio internazionale, hanno subito un ampliamento degli spread, segnalando un aumento del rischio percepito.

Il mercato valutario ha mostrato forti oscillazioni, con il dollaro che ha inizialmente guadagnato terreno grazie alla politica protezionistica, per poi subire correzioni man mano che i timori di un rallentamento economico si sono diffusi. L’euro e le valute emergenti hanno subito pressioni, mentre lo yen giapponese e il franco svizzero sono stati visti come rifugi sicuri dagli investitori.

Il concetto di “terremoto finanziario” descritto in questo contesto non è solo una metafora, ma una rappresentazione accurata della situazione attuale. Il mercato sta attraversando una fase di profonda incertezza, dove ogni nuova decisione politica può innescare reazioni a catena difficili da prevedere. Le economie globali si trovano di fronte a un bivio: da un lato, la possibilità di un rallentamento dovuto alle barriere commerciali, dall’altro, la necessità di adattarsi a un nuovo scenario competitivo.

Per gli investitori, la sfida principale sarà gestire questa volatilità con un approccio prudente e diversificato. La ricerca di asset resilienti e strategie di copertura diventerà fondamentale per navigare in questo clima di instabilità. Le prossime settimane saranno cruciali per capire l’effettivo impatto dei dazi e delle contromisure adottate dagli altri paesi.

In sintesi, l’annuncio dei dazi di Trump ha scatenato un terremoto sui mercati finanziari, mettendo in discussione equilibri consolidati e aprendo scenari inediti per l’economia globale. La capacità di adattamento e una visione strategica di lungo periodo saranno essenziali per affrontare le sfide future e cogliere le opportunità che emergeranno da questo contesto in trasformazione.

Di seguito riporto qual è la mia strategia di lungo termine in questo contesto. Prima, come al solito, vi ricordo che chi volesse contribuire al proseguimento di questo blog, lo può fare in vari modi. Il primo è più efficace è quello di effettuare una donazione tramite Go Fund Me o Buy Me Coffee. Poi potete iscrivervi alla mailing list qui a destra, potete cliccare sulle inserzioni pubblicitarie che vi vengono presentate ed infine potete diffondere gli articoli tramite i social network a cui siete iscritti. Queste ultime due possibilità non vi costano nulla! Inoltre ora potete farlo anche tramite un trasferimento di bitcoin a questo indirizzo: bc1qy0kr074kdpnlrzszgwfnrdrlv2srnmkdzltl8s od utilizzando il seguente QR Code:

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Pessimo FTSE MIB ma ottima tenuta del Portafoglio Italia

Settimana abbastanza disastrosa per l’indice FTSE MIB che venerdì ha chiuso a 21912, un minimo da quando abbiamo iniziato il nostro Portafoglio Italia 2018 facendo segnare un -3,35% rispetto alla settimana scorsa.

Tutt’altro andamento invece per il nostro Portafoglio Italia che riesce a difendersi alla grande da questo ribasso, chiudendo praticamente alla pari. Più precisamente, a fronte di un Continua a leggere…