Volare a più del 12% all’anno

Sembra che, mentre i mercati finanziari attendono con ansia l’annuncio del 2 aprile da parte dell’amministrazione Trump, il dibattito su dove convenga investire si fa sempre più acceso. La dichiarazione di Trump, che prevede nuove tariffe per riportare “soldi e rispetto” agli Stati Uniti, ha generato un clima di sospensione, con Wall Street che fatica a trovare una direzione chiara. Dopo settimane di ribassi, il mercato azionario ha segnato un lieve recupero, ma senza slanci significativi.

A pesare su questa incertezza è anche il rallentamento degli utili aziendali. Colossi come FedEx e Nike hanno presentato prospettive inferiori alle attese, attribuibili in parte al clima di instabilità politica ed economica. La Federal Reserve ha risposto a questo scenario lasciando invariati i tassi di interesse, ma ha rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL per il 2025, alzando al contempo le previsioni di inflazione.

Diciamo inoltre che, a livello di stagionalità, dovremmo essere verso la fine del ciclo ribassista e, per chi come me ha in questi ultimi mesi accumulato liquidità, è arrivato il momento di iniziare a rientrare con gradualità, con gli strumenti giusti e soprattutto attendendo i segnali d’inversione di tendenza.

Di fronte a questa situazione, l’Europa ha preso una strada diversa, con la Germania che ha varato un massiccio piano di stimoli fiscali. L’approvazione di un pacchetto da 500 miliardi di euro per le infrastrutture e un aumento delle spese per la difesa fino al 3% del PIL testimoniano un cambio di rotta significativo. Si stima che il totale degli stimoli fiscali possa raggiungere i 1000 miliardi di euro nei prossimi anni, segnando una svolta per un Paese storicamente vincolato a politiche fiscali restrittive.

Queste misure stanno già influenzando i mercati finanziari, con gli investitori che si riversano sui titoli del settore della difesa. Tuttavia, l’entusiasmo rischia di alimentare una bolla speculativa, con alcune azioni che hanno già moltiplicato il loro valore fino a dieci volte dall’inizio del conflitto in Ucraina. Sapete che, in tempi non sospetti, in questo blog sono state suggerite diverse strategie su questo settore, ma ora sto riducendo l’esposizione o vendendo metà delle esposizioni dirette come azioni o tracker, o portando in autocall i certificati e non rinnovandoli.

Sempre in Europa, la BCE si trova ad affrontare nuove pressioni, che potrebbero limitare ulteriori tagli ai tassi d’interesse.

Se da un lato l’America continua a essere una destinazione privilegiata per gli investitori globali, dall’altro emergono rischi significativi. Secondo alcuni analisti, le politiche economiche di Trump potrebbero accelerare un processo di trasformazione radicale, simile a quello avviato da Krushchev e Gorbaciov nell’URSS. La riforma dei rapporti economici e il protezionismo potrebbero avere effetti imprevedibili, con il rischio di un’erosione del ruolo dominante del dollaro e una maggiore volatilità dei mercati.

La sovrapposizione tra un mercato azionario sopravvalutato e un dollaro artificialmente forte potrebbe generare un’ulteriore instabilità. Un’eventuale perdita di fiducia nel debito statunitense, combinata con tensioni geopolitiche, potrebbe tradursi in un’accelerazione della fuga di capitali.

La strategia di questa settimana investe proprio sul settore che per definizione unisce i vari continenti: quello del trasporto aereo.

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L’incidente verificatosi all’aeroporto di Heathrow ha portato volatilità sul settore che merita di essere sfruttata, ma sempre con molta prudenza come il prodotto riportato ci permette:

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